Lungo la strada che conduce a Campli si incontra l’antico quartiere di Nocella. Nei secoli passati, quando era quartiere, ospitava sarti, fabbri, calzolai, falegnami, nota soprattutto per i maestri lavoratori della terracotta. Quest’ultimi realizzarono varie statue devozionali di Madonne e Santi, per uso devozionale privato e pubblico, molte delle quali ancora esposte nelle chiese o nelle case sparse del territorio comunale.
Il borgo, in parte moderno, conserva notevoli e numerose abitazioni in pietra non lavorata, ben allineate e legate con malta. Alcune risalgono al XVI secolo, spesso abbellite da graziosi portali con arco a tutto sesto e finestre con cornici in pietra, architravi in aggetto o sagomati. Nella piazza principale svetta l’alta Torre del Melatino eretta nel 1394 da Roberto IV di Melatino per difesa ed avvistamento, campanile dell’abbazia dei SS. Mariano e Giacomo. Lo stemma campeggia ancora su un lato: un albero di melo a cinque rami, sradicato in piano. Il Palma precisa che fu costruita da un certo Maestro Giocondo. Sulla parete rivolta verso la piazza un orologio con quadrante rotondo a sfere ed unica lancetta per ore e minuti. Lo storico riferisce di tre porte d’accesso, oggi non più esistenti.
Nel 1557, mentre la vicina Campli subiva un feroce saccheggio da parte delle truppe francesi, il borgo resistette valorosamente. Nella via principale la Chiesa parrocchiale dei SS. Mariano e Giacomo. In località Piane di Nocella, la Chiesetta di S. Antonio da Padova custodisce una statua fittile ormai acefala (Madonna con il Bambino) di scuola nocellese, dei primi del XVI secolo. Il toponimo deriverebbe dal diminutivo “noce”.