A Campli, arte, storia e cultura si fondono in un connubio di epoche e stili diversi, grazie alle innumerevoli testimonianze di un passato importante, che oggi vuole raccontarsi al visitatore attento e appassionato, conducendolo in un emozionante viaggio nella storia dell'arte e della cultura del centro Italia, dall'epoca preromana, al medioevo, dal rinascimento al barocco.
I tesori dei Pretuzi e il complesso di San Pietro in Campovalano
I primi insediamenti abitativi, rinvenuti nella frazione di Coccioli, risalgono al XV-XIV sec. a.C. Importanti testimonianze della civiltà dei Pretuzi furono scoperte tra il 1967 e il 1999 nella frazione di Campovalano. Le 621 tombe rinvenute hanno restituito preziosissime informazioni sulla vita e la cultura delle popolazioni dell'Ager Praetuttianus. La Necropoli è per questo uno dei siti archeologici più importanti d'Abruzzo e i suoi reperti, corredi funerari tra i più ricchi delle civiltà preromane, sono custoditi all'interno delle sale espositive del Museo nazionale archeologico di Campli.
Testimonianze di epoca imperiale sono presenti nella vicina chiesa di San Pietro con i resti di un sarcofago paleocristiano di Aurelio Andronico di Nicodemia (parte frontale), un’epigrafe, forse appartenuta ad una statua dedicata a Giulio Cesare; parte dell'abside ed altri elementi di riutilizzo probabilmente di un antico complesso romano. La chiesa di San Pietro, complesso religioso medevale tra i più antichi della regione, è originaria del VIII sec. e fu ricostruita nel XII sec. conserva il nartece con due croci medioevali incise e, all'interno, bassorilievi di scuola casauriense, con interessanti affreschi votivi lungo le pareti (XII-XV sec.).
Dal medioevo ai Farnese
Il centro storico conserva l'aspetto di un borgo mercantile medievale che, in passato, era costituito dai sobborghi di Nocella e Castelnuovo, racchiusi in un'unica cinta muraria. La Porta Angioina di Castelnuovo, rappresenta un raro esempio abruzzese di architettura da difesa risalente al XIII sec .
Uno degli edifici civici abruzzesi più antichi è il Palazzo Farnese o del Parlamento, in stile gotico con influssi lombardi ed umbro-marchigiani, oggi sede del Municipio. Mentre la torre campanaria del duomo, romanica, risale al XII-XIII secolo; è uno dei cosidetti “Quattro Campanili Fratelli” (insieme a quelli di Atri, Teramo e Corropoli), attribuito al Maestro Antonio da Lodi, che realizzò l'elegante prisma sommitale, decorato con maoiliche policrome (1470). Nella piazza principale di Nocella svetta l’alta Torre del Melatino eretta nel 1394 da Roberto IV di Melatino per scopi di difesa ed avvistamento.
Nella storia della cittadina, un evento in particolare rappresenta una svolta importante e un cambiamento d'epoca: nel 1522 Campli venne ceduta in dote da Carlo V alla figlia naturale Margarita d'Austria, che sposò nel 1538, in seconde nozze, Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza, divenendo possedimento farnesiano fino al 1731. Grazie ai Farnese, la città cambia aspetto ottenendo il titolo di città nel 1600 e la sede vesovile, insieme a Ortona, dal 1600 al 1818.
Notevoli sono gli esempi di abitazioni signorili abbelliti da loggiati e portici al pianterreno:
Fregi e bei portali (XIII-XVII sec.) sono visibili in varie vie di Campli, della frazione di Nocella e nel quartiere di Castelnuovo.
Risalente al XVII secolo , il Palazzo Vescovile in piazza Vittorio Emanuele II, venne edificato come residenza dei vescovi della diocesi di Campli e Ortona a Mare (1600-1818). Il bel portale in bugnato mostra un portone ligneo con inciso lo stemma del primo presule camplese, Mons. Alessandro Boccabarile.
I capolavori dell'arte sacra
La cattedrale di Santa Maria in Platea racchiude innumerevoli opere d'arte (XIV-XVIII sec.). Importante testimonianza della pittura medievale abruzzese è il ciclo di affreschi della Cripta, di scuola giottesca. Di notevole pregio sono la tavola lignea raffigurante la Madonna del Latte, attribuita a Giacomo da Campli (XV) e la Madonna lignea di Silvestro de L'Aquila (1495), collocata nell'edicola dell'altare del SS. Sacramento, rinascimentale, scolpito in pietra da Sebastiano da Como, (1532), così come è in pietra la pregevole scultura della Madonna in trono con Bambino che sormonta il portale della Cattedrale attribuita al Gagliardelli (XV sec.). Preziose le due tavole con “Santi” di Cola dell’Amatrice (1510, altare del SS. Sacramento); una copia della “Visitazione” di Raffaello; una “Madonna con il Bambino e Santi” del ravennate Giovan Battista Ragazzini (1577); un’“Immacolata Concezione e Santi” (XVIII sec.) della scuola di Sebastiano Conca. Di grande impatto visivo è il fastoso soffitto ligneo di Donato Di Teodoro, con la rappresentazione del Battesimo e del Martirio di San Pancrazio e dell'Assunta (XVIII sec.).
Un importante valore artistico e spirituale è racchiuso nelle tele e negli affreschi nel Santuario della Scala Santa (1772). Nella scalinata di salita, sei tele raffigurano la “Passione di Cristo” attraverso sequenze iconografiche che ripercorrono il racconto dei Vangeli; la scalinata termina al cospetto di una “Deposizione” del pittore teramano Vincenzo Baldati, situata sulla grata della Cappella Sancta Santorum. Nella scala di discesa (simbolo del fedele rigenerato dalla Grazia divina), due affreschi, “S. Elena” e “papa Clemente XIV” e quattro “Medaglioni” che rappresentano la gioia della Resurrezione di Cristo.
A Castenuovo merita una visita l'edicola affrescata, quattrocentesca, attribuita a Giacomo da Campli, custodita nella chiesetta Santa Maria delle Piane (XIX sec.). Sul Colle di Santa Lucia sorge l’Ex Convento di S. Bernardino, il più antico della Riforma Francescana dell’Osservanza, fatto edificare da S. Giovanni da Capestrano nel 1449. Nella lunetta del portale è visibile un affresco quattrocentesco raffigurante la “Madonna con il Bambino tra S. Francesco d’Assisi e S. Bernardino da Siena”, attribuito a Matteo da Campli. Nel refettorio affreschi seicenteschi del polacco Sebastiano Majeski. Dal complesso francescano proviene un polittico tardogotico del XV secolo,attribuito a Giacomo da Campli; oggi custodito nella Pinacoteca Civica di Teramo. Tra Campli ed Castelnuovo sorge l’Ex Convento di S. Onofrio, risalente al 1489-1510 . Il refettorio custodisce un notevole ciclo di affreschi (XV-XVI sec.). Sulle pareti: “Santi Martiri”, “Beati”, “Scene della Vita di S. Onofrio”, “Scene della Vita di S. Benedetto”, un’ “Annunciazione”, un’ “Ultima Cena”, “S. Scolastica” e “S. Michele Arcangelo”. All’ingresso un paesaggio abruzzese con una città, forse Campli. Sotto l’affresco della “SS. Trinità” il monogramma “FSC” (“FRATRES SANCTI COELESTINI”). Il convento ospiterà il futuro Museo d’Arte Sacra.